Emergenza caldo, firmato al Ministero il protocollo quadro. Filca Cisl: “Fondamentale il ruolo degli Rslt”

Firmato al Ministero del Lavoro, fra il governo, i sindacati confederali e le associazioni datoriali il protocollo di intesa sull’emergenza climatica che ora troverà attuazione con un decreto specifico.”L’obiettivo – sottolinea il ministro Marina Calderone -è coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative. Allo stesso tempo si propone di valorizzare le iniziative, anche contrattuali, di categoria, territorio o azienda, già assunte in sede nazionale e di diventare un punto di riferimento per gli eventuali provvedimenti adottati dalle amministrazioni locali”.
Cosa prevede il decreto
Il protocollo riguarda l’edilizia, l’agricoltura e tutti quei lavori che comportano una forte esposizione all’aperto anche nelle ore più calde e recepisce i rischi del cambiamento climatico come minaccia per questi contesti lavorativi. Fra le misure rischieste, quella di avvalersi del bollettino ufficiale di previsione e allarme cittadino e di tutti gli strumenti idonei.
Particolare attenzione viene posta, agli strumenti dell’informazione, della formazione, della prevenzione, della corretta attuazione della sorveglianza sanitaria e della valutazione dei rischi, “al fine di determinare misure adeguate di tutela, contribuendo a realizzare un contesto di lavoro più sano e sicuro, migliorando il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, promuovendo e sviluppando, attraverso il sistema proprio del modello prevenzionale e all’interno delle relazioni industriali, una attività specifica contrattuale mirata”.
I firmatari si impegnano anche ad attivare tavoli contrattuali nazionali settoriali, territoriali o aziendali, volti a declinare le buone prassi e le misure necessarie e condivise per le realtà specifiche dei diversi settori, delle dimensioni aziendali, dei territori e dei processi industriali e lavorativi, che potranno diventare parte integrante dei relativi CCNL vigenti. Nello specifico il focus è su quattro punti chiave: corretta informazione e formazione; sorveglianza sanitaria, abbigliamento, indumenti e dispositivi di protezione; riorganizzazione dei turni di lavoro.
Il decreto stabilisce anche la possibilità per i lavoratori e le aziende di fare ricorso ai necessari interventi di tutela, fra tutti gli ammortizzatori sociali qualora si dovesse procedere alla sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, anche in caso di prestazioni stagionali. In particolare, viene stabilito lo scomputo dei periodi previsti dalla disciplina degli ammortizzatori sociali ordinari per eventi oggettivamente non evitabili dal limite massimo di durata della cassa integrazione stessa
Pirulli: bene l’attenzione ai rischi. Filca Cisl in prima fila
Il decreto recepisce le richieste dei sindacati nazionali che nei giorni scorsi avevano chiesto proprio un incontro al ministro Calderone su questi temi. La Cisl e la Filca in particolare sono sempre stati in prima linea sul fronte della sicurezza e pertanto la valutazione del protocollo è positiva. Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl: “Il Protocollo promuove la contrattazione tra le parti come strumento essenziale per individuare soluzioni adeguate e condivise, evitando ordinanze generalizzate che con disposizioni uguali per tutti rischiano di creare ulteriori criticità operative ed occupazionali, non prevedendo adeguati interventi risolutivi delle diverse necessità. È un passo importante perché indirizza verso la contrattazione la gestione delle emergenze climatiche, permettendo risposte mirate e concrete alle specificità di settori e territori, al contrario di disposizioni lineari che rischiano di generare
problemi sui posti di lavoro. Una particolare attenzione va riservata ai settori più esposti all’emergenza caldo come edilizia, agricoltura, logistica e a tutti i lavoratori impegnati all’aperto per molte ore, ma anche a chi opera in ambienti chiusi dove le condizioni microclimatiche sono inadeguate, come cartiere, panifici, lavanderie industriali e ospedali”.
La Filca Cisl Umbria ricorda come proprio sul fronte della sicurezza, particolarmente per la rivaltazione dei rischi, la sorveglianza sanitaria e la formazione su su pratiche di prevenzione e buone prassi, con particolare attenzione alle situazioni di vulnerabilità e all’invecchiamento della forza lavoro sia centrale il ruolo degli Rlst: “Sono alleati delle aziende, non avversari – sottolinea il sindacato – Importante anche il richiamo agli appalti, centrali in edilizia, per garantire tutele a tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, inclusi i datori di lavoro operativi sui cantieri”.
L’ordinanza dell’Umbria: via ai controlli
In Umbria, come sottolineato recentemente, è attiva anche una ordinanza regionale che stoppa l’attività nelle ore più calde, con pesanti sanzioni. I sindacati avevano chiesto su questo fronte maggiori controlli e la Regione ha iniziato a monitorare i cantieri. I controlli, coordinati dalle Aziende Usl Umbria 1 e Usl Umbria 2 in collaborazione con gli enti competenti, interessano principalmente i cantieri edili all’aperto e le attività nel settore agricolo e florovivaistico. Le verifiche si concentrano non solo sul rispetto degli orari previsti dall’ordinanza, ma anche sull’adozione di adeguate misure organizzative e operative per la protezione dei lavoratori dalle alte temperature: “La sicurezza sui luoghi di lavoro – ha dichiarato la presidente Stefania Proietti – non è negoziabile, soprattutto quando le condizioni climatiche mettono a rischio la salute dei nostri lavoratori. Un ambiente di lavoro sicuro non è solo un obbligo normativo, ma un valore fondamentale che contribuisce a migliorare la qualità della vita, a ridurre i costi sociali legati agli infortuni e a promuovere una cultura della prevenzione sempre più diffusa”.
Le aziende e i datori di lavoro possono consultare quotidianamente la mappa del rischi cliccando a questo link per verificare l’attivazione del divieto e programmare di conseguenza le proprie attività lavorative.