Manovale ha un malore per il caldo, Cisl e Filca: “Mettere la persona al centro, dal protocollo le buone pratiche”

A pochi giorni dalla firma del protocollo d’intesa sull’emergenza climatica e quindi sulla sicurezza nei cantieri (e non solo), si riaccendono tristemente i fari sul problema
Nel ternano, un manovale di 50 anni ha infatti accusato un malore per il troppo caldo ed è attualmente ricoverato in rianimazione all’ospedale di Terni. Fondamentale è stata la prontezza dei colleghi, visto che la temperatura corporea dell’uomo aveva raggiunto i 41 gradi. La prognosi è riservata, ma le sue condizioni – fa sapere il nosocomio – sono stabili.
Emanuele Petrini, segretario generale della Filca Cisl Umbria ribadisce ancora una volta la necessità di mettere al centro del lavoro l’uomo: “I lavoratori sono prima di tutto persone e l’organizzazione dei turni deve sempre tenere conto di questo – sottolinea il sindacato- Nel settore edile, le alte temperature sono un fattore che il datore di lavoro deve prendere in considerazione all’interno del documento di valutazione dei rischi, in modo da approntare le adeguate misure di tutela. In questo senso, diventa importante il confronto quotidiano con gli Rlst: vanno create le condizioni per un lavoro in sicurezza perché non è possibile andare in cantiere senza sapere se si tornerà a casa. Restano fondamentali formazione, corretta informazione, dispositivi di sicurezza e rispetto delle normative vigenti, per gestire al meglio il lavoro e prevenire gli incidenti, puntando su una formazione adeguata che riconosca e prevenga il rischio”
A questo proposito, Filca Cisl Umbria ricorda come proprio la Regione abbia emanato una ordinanza che impone – fino al 31 agosto – lo stop al lavoro nelle ore più calde ed in particolare nella fascia 12.30-16 nei giorni in cui la piattaforma Worklimate segnala rischio alto.
Dal protocollo le linee guida
Importanti linee guida, come detto, arrivano dal Protocollo d’Intesa che le sigle sindacali, Filca Cisl in testa, hanno siglato nei giorni scorsi al Ministero del Lavoro (qui i dettagli).
Un protocollo che impegna le aziende ad una sorveglianza costante e a mettere il lavoratori nelle migliori condizioni di sicurezza, anche attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, se si ravvisasse la necessità di fermare o ridurre temporaneamente il lavoro, con la possibilità di scomputare i periodi di sospensione o riduzione dell’orario dovuti a eventi climatici estremi dal limite massimo di durata della cassa integrazione ordinaria.
A questo proposito, viene riconosciuta alle imprese la possibilità di ottenere proroghe nei tempi di consegna dei lavori senza incorrere in penali, quando i ritardi siano causati dagli eventi climatici estremi previsti dal protocollo. Un riconoscimento importante che tutela la serietà delle aziende e ne salvaguarda la continuità produttiva, proteggendole da responsabilità non imputabili.
“Si tratta di un protocollo assolutamente necessario in questo momento, soprattutto in un settore come il nostro, particolarmente esposto alle alte temperature e con esigenze specifiche, e dove da anni chiediamo di intervenire in maniera strutturale”, sottolinea Petrini.
Bicchieraro (Cisl): risultato ottenuto attraverso la partecipazione
“La firma di questo protocollo – sottolinea Giuliano Bicchieraro, segretario regionale della Cisl Umbria con delega alla sicurezza e già numero uno degli edili del sindacato– rappresenta un importante passo in avanti: finalmente anche il caldo eccessivo viene riconosciuto, aldilà delle diverse ordinanze regionali, come un evento meteorologico avverso che può compromettere gravemente la salute dei lavoratori. Con il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature per periodi sempre più prolungati, i rischi per chi lavora all’aperto diventano insostenibili. Ci sentiamo di sottolineare inoltre un altro aspetto fondamentale, non sono solo i lavoratori outdoor a soffrire condizioni difficili: anche chi lavora in spazi chiusi e coperti soggetti a temperature elevate deve poter contare su tutele adeguate per garantire la propria sicurezza.”
Bicchieraro parla di un compendio di “buone pratiche” che saranno alla base di accordi territoriali ed aziendali, favorendo dunque una gestione condivisa delle emergenze climatiche, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e della sostenibilità delle imprese.
La partecipazione, quindi, è al centro del protocollo, “un metodo – sottolinea Bicchieraro – che ha funzionato perché ha coinvolto le parti sociali, che conoscono a fondo il mondo del lavoro e le sue criticità. L’auspicio è che questo possa rappresentare un modello da ripetere anche in altri contesti e per affrontare future sfide”.
La Cisl e con essa la Filca saranno al centro della fase che ora si apre, quella del confronto territoriale che dovrà portare agli accordi attuativi per rendere concrete le misure, adattandole ai vari contesti.