Post-sisma, Zes sia acceleratore per ricostruzione, rilancio e attrattività ma con la sicurezza al centro

La Zes in Umbria può essere una opportunità anche per la ricostruzione post sisma. A dirlo è Giuliano Bicchieraro, già segretario della Filca Cisl regionale e oggi nella segreteria regionale del sindacato. Tuttavia, specifica, “l’entrata dell’Umbria nella Zes favorirà sviluppo e coesione sociale se si saprà cogliere nel modo giusto questa importante opportunità”.
Il provvedimento dovrà legarsi particolarmente al Pnrr, sottolinea Bicchieraro, per il rilancio dell’economia e accelerare sui cantieri: “si tratta – dice – di una occasione rara da cogliere per integrare e rendere complementari le zone interne ai capoluoghi”.
Accelerazione e rilancio, ma in sicurezza
La Cisl Umbria esprime disagi rispetto ai ritardi che ancora oggi segnano il processo di ricostruzione post-sisma nelle aree interne della regione. A quasi un decennio dal terremoto del 2016, ci sono ancora infatti comunità che aspettano risposte definitive. È il momento di trasformare la ricostruzione in una vera leva di coesione e sviluppo.
“L’ingresso dell’Umbria nella Zona Economica Speciale rappresenta una svolta strategica, che va messa a sistema con le risorse del Pnrr, i fondi europei e le politiche attive regionali. La ricostruzione non può essere soltanto un’operazione tecnica, deve essere un progetto sociale e territoriale condiviso – sottolinea Bicchieraro – Cantieri sicuri e regolari, serve uno snellimento delle pratiche, ma nel rispetto delle regole, dei contratti e della legalità. Ogni cantiere deve diventare un luogo di lavoro sicuro, tutelato e sindacalizzato.
La ricostruzione deve essere un’occasione di rilancio economico, le risorse pubbliche devono sostenere l’impresa sana, l’occupazione stabile e l’innovazione. La Zes va anche utilizzata per attrarre investimenti nei territori colpiti dal sisma e per rigenerare aree industriali in crisi”. Questo dovrà avvenire ovviamente, con il coinvolgimento strutturale delle parti sociali nei tavoli di ricostruzione: “Le scelte non possono restare in mano a pochi. Vanno ascoltati i territori, i lavoratori, le categorie produttive”, sottolinea Bicchieraro, che poi delinea gli altri punti chiave: “Politiche attive e formazione accanto alla ricostruzione fisica serve quella sociale. Investire su competenze, giovani, Its, riqualificazione professionale è essenziale per restituire futuro a comunità oggi in difficoltà”.
Parole alle quali si accoda il segretario generale della Filca Umbra Emanuele Petrini: “Necessario accelerare sui cantieri, perché in molte zone siamo in ritardo. Ma va considerato anche che stiamo affrontando la ricostruzione post sisma in zone che avevano già una grande sofferenza. Se non si interviene per rendere questi territori attrattivi per i giovani, il rischio è che diventi una ricostruzione per nessuno e non darà alcun beneficio al territorio. Bisogna inoltre monitorare gli effetti occupazionali, attraverso il tavolo delle costruzioni e tavoli permanenti: questi territori vanno tutelati ed inseriti come priorità nel piano strategico”.
Poi l’appello alle istituzioni da parte della Cisl Umbria: “L’Umbria ha bisogno di una ricostruzione che non lasci indietro nessuno. Serve una visione lunga, fatta di investimenti, diritti, partecipazione e lavoro di qualità. Noi siamo pronti”.