End of waste, dal Decreto Inerti nuove occasioni per edilizia e costruzioni: convegno a Terni

Ancora una volta la sfida dell’end of waste, particolarmente per il comparto edile, parte dall’Umbria. A Terni, presso l’auditorium Maurizio Santoloci di Arpa Umbria è andato in scena il convegno “End of waste- Costruzioni e demoluzioni“, organizzato dall’agenzia insieme al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).
Al centro della discussione il recupero e riutilizzo dei materiali da costruzione e demolizione. Presso la sede ternana di Arpa si sono ritrovati esperti, istituzioni, e operatori del settore per discutere delle politiche di gestione dei rifiuti e dei traguardi da raggiungere nell’ambito dell’economia circolare, in linea con gli obiettivi europei fissati per il 2035.
Il Decreto Inerti e l’economia circolare
L’edilizia è pronta ad accettare la sfida della sostenibilità. Francesca Fanti del Mase ha illustrato gli sviluppi, le prospettive ed i cambiamenti normativi relativamente all’end of waste: “Stiamo viaggiando abbastanza spediti – sottolinea Fanti – abbiamo molti decreti sul tavolo che consentiranno il recupero di parecchio materiale con l’attribuzione della qualifica di rifiuto, è stato rilasciato il decreto inerti su costruzione e demolizione arriveranno i decreti sulle membrane bituminose, spazzamento stradale e sul legno, tutti materiali che hanno grande attenzione sul mercato. Poi toccherà alle plastiche, particolarmente quelle recuperate in mare”.
A proposito del decreto inerti, Raffaella Evangelista, sempre del Mase ha ricordato come con l’ultima modifica del 26 settembre 2024 sono cambiate le condizioni per la cessazione della qualifica di rifiuto con conseguente ampliamento delle possibilità di utilizzo dei materiali riciclati.
“L’attuale normativa – ha sottolineato – prevede che la seconda vita sia possibile a condizione che il prodotto riciclato non determini pericoli per la salute umana o danni per l’ambiente. Ecco perché i regolamenti di End of Waste definiscono precisi paletti affinché il materiale possa essere riutilizzato, ad esempio, fissando dei limiti alla presenza di sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente. Il regolamento prevede che sono riutilizzabili: i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e di demolizione non pericolosi indicati al capitolo 17 dell’Elenco Europeo dei Rifiuti; i rifiuti non pericolosi di origine minerale; i criteri di conformità ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto; gli scopi specifici di utilizzabilità (ad esempio sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali, recuperi ambientali, riempimenti e colmate, confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici); le responsabilità in capo ai produttori di aggregati recuperati; gli obblighi documentali e le procedure specifiche per il prelievo e la conservazione dei campioni di aggregato”.
A questo proposito, come è stato spiegato, c’è stato un ampliamento sia degli scopi specifici degli aggregati recuperati (come il clinker, componente del cemento) che l’inserimento di alcune differenziazioni base alla destinazione finale dei parametri e dei valori limite da ricercare nell’aggregato recuperato.
Cosa si intende per rifiuti inerti da costruzione?
Si definiscono “rifiuti inerti” i rifiuti solidi derivanti dalle attività di costruzione e demolizione e altri rifiuti di origine minerale: che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa, che non si dissolvono, non bruciano, non sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili; che, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana.
Per cui ad esempio ci si riferisce a sabbia; ghiaia; argilla espansa; vermiculite e perlite;conglomerati cementizi; macerie; conglomerati bituminosi; ceramiche; intonaci; mattoni; mattonelle; calcinacci; calcestruzzo; tegole; lastre in cemento; sanitari in ceramica privi di materiali metallici; terre e rocce
Proprio su questo fronte, quello normativo, Paola Ficco, giurista ambientale e responsabile di Rete Ambiente Srl, ha parlato delle implicazioni giuridiche relative al riparto delle responsabilità in ambito “End of Waste”. Normative che sono state ribadite anche dai Carabinieri Forestali, attraverso l’intervento del Tenente Colonnello Daniela Mandoloni la quale ha illustrato come si arriva alla qualifica di rifiuto e come la circolarità può essere persa e riacquistata.
Non solo edilizia
Edilizia, certamente, ma non solo perchè come ha sottolineato Luca Proietti, già presidente di Arpa Umbria e oggi direttore generale del Mase per l’economia circolare: “L’ecodesign, le materie prime critiche, ma c’è molto da fare in tanti ambiti. Terni, che ha una grande traduzione siderurgica potrebbe riconvertire molte attività in ambito dell’economia circolare. Ci sono le competenze per farlo, se pensiamo ad ingegneria dei materiali, ma anche al recupero di terre rare e materiali preziosi. Dobbiamo pensare a settore di attività diversi, non solo ad Ast, in maniera tale che la città possa crescere sul fronte dello sviluppo sostenibile”
Alfonso Morelli, neopresidente di Arpa Umbria ha sottolineato: “La normativa è vasta e la materia importante, per cui è fondamentale avere chiarezza di tutti i processi, perchè questo garantisce trasparenza e sicurezza al settore e nel tempo uno sviluppo dell’attività produttiva stessa”.
A seguire, si è svolto un focus sulle opportunità per le aree del sisma 2016, con l’intervento di Giancarlo Marchetti, consulente del Commissario Straordinario per la ricostruzione post-terremoto. Si è parlato anche del ruolo delle professioni tecniche nella gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione, con gli interventi di Alberto Romagnoli, Consigliere Nazionale CNI, e di Vincenzo Giovine, Consigliere dell’Ordine dei Geologi Lombardia.
Nella sessione pomeridiana invece, è andata in scena una tavola rotonda sul tema moderata da Daniele Carissimi, consulente del Mase, alla presenza di molti esperti del settore (Ispra, Unem che hanno offerto il loro contributo sul futuro della gestione dei rifiuti nell’ambito delle costruzioni e demolizioni: “Di qui può ripartire – è stato sottolineato, per costruire un settore dell’edilizia sempre più sostenibile. I campi di applicazione sono diversi, servirà sempre più personale formato per sfruttare al massimo le prospettive offerte dal cambiamento”.