L’edilizia umbra alla prova delle prime contrazioni: Zes, Pnrr e piano industriale chiavi di sviluppo
Come va l’edilizia umbra? Bene ma non benissimo. Lo dice l’ultima recente indagine su dati Istat. Dopo la fine del Superbonus, che ha fatto da traino al settore, però non riuscendo appieno nella sua missione originaria (troppe volte è stato utilizzato per seconde case piuttosto che per ristrutturare quelle che ne avevano bisogno), nel 2025 il comparto ha fatto segnare per la prima volta una battuta d’arresto, dopo anni in espansione.
I dati sono abbastanza chiari: -4,9% nel 2024 e un’ulteriore contrazione stimata al -7,7% nel 2025. Cala il mercato, ma non l’edilizia pubblica, con la spesa in conto capitale dei comuni umbri che sale del 36,4% con una forte accelerazione anche sui cantieri del PNRR (61 percento avviato o concluso). Il calo è dovuto, come abbiamo detto, principalmente al ridimensionamento degli incentivi fiscali, che ha avuto un impatto negativo sulle ristrutturazioni residenziali.
L’occupazione, dice l’osservatorio Inps relativamente al periodo 2019-2023, tiene ancora (+34 percento nel dato generale del centro Italia, un punto in più rispetto alla media nazionale), con l’Umbria che ha visto i propri operai salire da 147.268 a 196.748.
L’ultimo biennio però come detto, mette di fronte il settore ad una prima contrazione del mercato, al quale si affianca un altro dato piuttosto rilevante che non riguarda solo l’edilizia. L’Umbria è infatti agli ultimi posti in Italia per credito alle imprese. In termini reali, considerando un’inflazione dell’1,7% annuo, il calo effettivo raggiunge il 7%. L’edilizia, in questo quadro è uno dei comparti che maggiormente è andato in sofferenza
Le costruzioni risultano infatti il comparto più penalizzato: i prestiti alle imprese edili passano da 707 a 632 milioni, con un crollo nominale del 10,6% che, al netto dell’inflazione, diventa un -12,3%. Un segnale particolarmente allarmante in una fase in cui il settore rappresenta un pilastro potenziale per il rilancio economico e per l’attuazione della transizione ecologica.
Le nuove sfide per il comparto edile in Umbria
L’Umbria, come tutto il resto del Paese, è quindi di fronte ad una sfida importante attorno alla quale si gioca il futuro del comparto: “Il settore è influenzato dal quadro macroeconomico, con segnali positivi come il calo dell’inflazione e la discesa dei tassi d’interesse, ma anche da incertezze internazionali- dice Emanuele Petrini, segretario generale della Filca Cisl Umbria – Le principali direttrici per superare le sfide saranno l’innovazione, la sostenibilità, la rigenerazione urbana e un’efficace gestione delle risorse pubbliche. Questo vale ancora di più in un territorio come il nostro fortemente provato dal terremoto e da un declino economico molto forte”.
L’inserimento dell’Umbria nella ZES, che è senz’altro l’indicatore principale del declino, diventa in questo contesto una grande occasione: “L’Umbria ha la grande occasione di sviluppare un’identità territoriale forte, in grado di valorizzare le peculiarità locali e rilanciare il tessuto produttivo regionale. Uno degli aspetti centrali per il successo della Zes è il potenziamento delle infrastrutture fisiche e digitali, condizione necessaria per attrarre investimenti e migliorare la competitività delle imprese. La Zes può inoltre generare occupazione stabile e di qualità, soprattutto per i giovani, incentivando nuove attività imprenditoriali e favorendo il rientro di competenze. Serve quindi una visione chiara e a lungo termine, per una nuova visione di sviluppo che metta al centro le aree interne e soprattutto le persone”
In questa sfida, l’edilizia può e deve giocare un ruolo da protagonista: “Dobbiamo dare continuità e sviluppo all’attività edile, scongiurando la sua ciclicità fatta di alti e bassi periodi di produzione e investimenti – conclude Petrini – Serve un vero e proprio Piano Industriale dell’Edilizia, capace di garantire stabilità e sviluppo al settore nel lungo periodo, un piano di investimenti pubblici e privati che favorisca la sicurezza e la sostenibilità del settore edilizio, garantendo occupazione e sviluppo per il territorio. Il tavolo regionale sulle costruzioni aperto in Regione può servire a dare il giusto slancio in questa direzione”.