La sfida delle aree interne: “Partecipazione, Zes e legami col territorio, guardando al futuro”

La sfida delle aree interne: “Partecipazione, Zes e legami col territorio, guardando al futuro”

Lo sviluppo dei territori ed il recupero delle aree interne. Un tema caldissimo in Umbria anche per il comparto edile. Se n’è parlato molto, soprattutto nel recente incontro di Nocera sulla partecipazione, ma anche in numerosi interventi della Cisl regionale.

Enzo Pelle, della Filca Cisl Nazionale lo ha sottolineato chiaramente: ““In questi anni si è fatto molto, soprattutto col sistema bilaterale, che va valorizzato, ora con la legge abbiamo la possibilità di estendere a tutti la partecipazione, ma anche e soprattutto calarla nei territori. Questo creerà nuove condizioni per uno sviluppo più armonico: la mediazione fra capitale e lavoro è necessario per costruire uno sviluppo più coeso. La sfida è farla applicare: un’impresa partecipata favorisce modelli di crescita soprattutto sul piano della sicurezza. A questo va aggiunto ovviamente il welfare: tutto questo insieme aumenta l’attrattività e migliora le condizioni di vita e lavoro”.

Temi rilanciati anche da Laura Moro, dell’associazione Communitas, afferente a Filca Cisl: ““In questi anni ci sia stato un forte depauperamento non solo per quanto riguarda l’aspetto finanziario per cui l’impoverimento delle persone ma anche a livello di società a livello di legami tra le persone a livello di connessione tra le persone e riteniamo che solamente rimettendo assieme ricucendo le relazioni attraverso enti attraverso i vari protagonisti attraverso tutti gli esponenti della società civile sia possibile ricostruire quella società che nella nostra cultura fatica a rimanere collegata”. Vale per tutti i territori, ma ancora di più per le aree interne.

L’Umbria, come molte altre realtà italiane, sta assistendo ad un progressivo spopolamento di queste zone, che stanno perdendo anche molti servizi, ormai concentrati nelle città più grandi, come ad esempio le banche o la sanità, tema sul quale la Cisl Umbria ha organizzato di recente un convegno a Costacciaro.

Pure la ricostruzione post sisma, che pure sta lentamente riportando in vita i territori, rischia di diventare una grande cattedrale nel deserto. L’esempio più evidente è Nocera Umbra, la cui popolazione è dimezzata dopo il sisma che data ormai quasi 20 anni: “Costruire o ricostruire non basta – dice il segretario generale Emanuele Petrini – bisogna ragionare pensando al futuro. Le aree interne vanno valorizzate e rese attrattive, sia per i giovani che vi abitano e dunque facendo in modo di offrire loro opportunità affinchè scelgano di costruire lì la loro vita, sia per eventuali nuovi soggetti che possono affacciarsi sul territorio, per vivere, lavorare o fare impresa. Senza di questo tutto quello che viene realizzato sarò per nessuno: saranno ricostruzioni fisiche che però non porteranno benessere ai territori, perché nessuno se ne potrà giovare”.

La Zes in questo senso, rappresenta un’occasione, purche si spenda bene il denaro: “Uno degli aspetti centrali per il successo della Zes – dice Petrini – è il potenziamento delle infrastrutture fisiche e digitali, condizione necessaria per attrarre investimenti e migliorare la competitività delle imprese. La Zes può inoltre generare occupazione stabile e di qualità, soprattutto per i giovani, incentivando nuove attività imprenditoriali e favorendo il rientro di competenze. Serve un vero e proprio Piano Industriale dell’Edilizia, capace di garantire stabilità e sviluppo al settore nel lungo periodo, un piano di investimenti pubblici e privati che favorisca la sicurezza e la sostenibilità del settore e dia slancio al territorio, con particolare attenzione a quelle aree che ne hanno più bisogno e che altrimenti rischiano di restare ai margini delle direttrici di crescita e sviluppo”.